Viene anche chiamato assassino invisibile l’inquinamento atmosferico

L’inquinamento dell’aria è un problema tanto grave quanto subdolo, perché non è qualcosa di tangibile e che possiamo vedere, così come non ne vediamo direttamente gli effetti negativi.

Le conseguenze però ci sono: l’inquinamento atmosferico è un problema esistente, serio e di portata globale. Gli impatti negativi dell’inquinamento outdoor sono rivolti sia al pianeta, sia agli esseri umani.

E’ proprio per l’incolumità tua e dei tuoi figli che trovo importante approfondire le cause, gli effetti negativi e i rimedi che puoi, che possiamo, adottare per combattere l’inquinamento atmosferico.

Anche tu puoi fare la differenza nella tutela della tua salute, e quella dei tuoi cari, partendo dal difendere l’aria indoor dell’ambiente domestico. Potrai adottare alcune pratiche soluzioni che ti svelo in questo articolo, dopo averti spiegato prima in cosa consiste l’inquinamento atmosferico, quali sono gli inquinanti nocivi e come puoi monitorarli per capire a quale stato dell’inquinamento è l’aria che respiri.

Cos’è l’inquinamento atmosferico

“Si parla di inquinamento atmosferico ogni qualvolta una sostanza è presente nell’aria in concentrazione diversa rispetto a quella naturale” (fonte: ISS).

E’ questa la definizione con cui l’Istituto Superiore di Sanità nazionale definisce l’inquinamento atmosferico, detto anche inquinamento outdoor.

Poiché il problema di quanto una sostanza sia più o meno inquinante è relativo alla sua concentrazione, quindi alla sua quantità rispetto al contesto in cui è presente, è chiaro che il grattacapo possa attribuirsi alla presenza umana e a come l’umanità abbia deciso di porsi in contesto all’ambiente.

In poche parole, mi riferisco al modo in cui l’uomo ha deciso di sfruttare le risorse non rinnovabili presenti sul pianeta, e questo riguarda l’inquinamento ambientale a livello globale, non solo atmosferico, il cui ciclo è comunque parte dell’insieme, ma anche dei suoli e delle risorse idriche.

Quanto appena detto si accosta al concetto di sostenibilità ambientale, ovvero “quella condizione di sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri” (fonte green-mktg.com)

Una grossa parte dell’inquinamento atmosferico è dovuto alle fonti antropiche. E’ tutta la parte dell’inquinamento dell’aria che deriva dalle attività umane:

  • produttive, le industrie;
  • energetiche, con la produzione di corrente elettrica;
  • dei trasporti, come il traffico veicolare su strada, delle navi e degli aerei;
  • domestico, con il riscaldamento delle abitazioni;
  • di allevamento intensivo.

Oltre alla componente umana, sempre più incisiva a causa dell’aumento demografico degli ultimi decenni (vedi Cina), del progresso tecnologico che porta assieme ad una vita di agi anche una ondata di conseguenze fortemente impattanti e del consumismo (quanto è importante un’efficace gestione dei rifiuti),c’è anche una componente naturale.

Da che mondo è mondo, devi sapere che alcuni fattori naturali incidono sull’inquinamento atmosferico. Si tratta dei grandi incendi, delle eruzioni vulcaniche, dei fulmini e dei cataclismi naturali, oltre a pollini, spore ed azioni naturali di decomposizione organica.

Le cause dell’inquinamento atmosferico

Come accennato ad apertura articolo, l’inquinamento atmosferico è un nemico invisibile.

L’inquinamento atmosferico è un assassino invisibile e dobbiamo aumentare gli sforzi per affrontarne le cause. Hans Bruyninckx, direttore esecutivo EEA

E’ importante conoscere le cause dell’inquinamento dell’aria, far circolare informazioni precise e accurate, e informarsi. A tal proposito, ti condivido un interessante video dell’Università di Padova.

 

Per approfondire ulteriormente: Tutte le principali cause dell’inquinamento atmosferico

Traffico da veicoli

Siano i veicoli leggeri o pesanti, motocicli o automobili, autocarri o mezzi di trasporto pesante, l’impatto ambientale sulla qualità dell’aria è significativo e negativo.

Forse non sapevi che il biossido di azoto, NO2, uno dei principali fattori inquinanti derivante dall’inquinamento di smog da traffico, si trova in concentrazione maggiore lungo tratti di importanti reti viarie stradali, come tangenziali e autostrade. E’ stato dimostrato che il biossido di azoto è tanto più prodotto quanto maggiore è la velocità di marcia del veicolo.

Per quanto riguarda il particolato atmosferico invece la tendenza è quella di usare una classificazione quantitativa della frazione fine respirabile, indicando con PM10 la frazione di sostanze inquinanti con diametro inferiore a 10 µm (micron) e con PM2.5 la parte con diametro inferiore ai 2,5 µm.

Entro a queste frazioni entrano molte delle finissime sostanze nocive micro-inquinanti che generano non pochi problemi alla salute dell’uomo. I PM2.5 sono prodotti in gran parte dai processi di combustione.

Dati Agenzia Europea per l'ambiente qualità aria outdoor nei paesi europei

Dati costantemente aggiornati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) relativi ai maggiori inquinanti outdoor.

E’ in corso il tentativo di ridurre le emissioni di NOX e CO2 con la spinta delle auto ibride ed elettriche in sostituzione alle automobili con motore diesel, ed è forse ancora presto per capire quale sarà l’effettivo beneficio globale portato dalla circolazione di auto con motore elettrico nel ridurre l’apporto degli inquinanti, rispetto alla tipologia di motore a scoppio tradizionale.

Un buon modo per difendersi dall’inquinamento da veicoli all’interno delle nostre mura domestiche e nei luoghi di lavoro è quello di ridurre il gesto di apertura delle finestre di casa, o ancora meglio, usare sistemi di ventilazione forzata che grazie ad opportuni filtri riesce a ricambiare l’aria in casa smaltendo gli inquinanti evitando l’apertura dei serramenti.

Ti potrebbe interessare: Come funziona la vmc e perché è utile per gestire l’inquinamento indoor e outdoor

Produzione di energia elettrica

Il settore della produzione di energia elettrica incide con grande peso sull’inquinamento atmosferico globale.

Nonostante la grande incidenza di questa determinata causa, ci sono stati dei significativi miglioramenti e parte della riduzione è dovuta sia al miglioramento dell’efficienza energetica delle nuove abitazioni, sia soprattutto alla riconversione green di molte fonti di produzione elettrica.

Alcune centrali a combustibile fossili italiane sono state convertite a gas (che tuttavia non esclude un altro problema di impatto ambientale, il fracking. Ma questa è un’altra storia)

L’abbattimento del combustibile fossile come elemento trasformativo per la produzione di energia elettrica è purtroppo una mera illusione, nel breve termine, per il nostro paese, data l’assenza di centrali nucleari e a causa della scarsità di quota di produzione da idroelettrico, significativa nel Nord Italia e assai troppo limitata nel resto del grande stivale.

Gli IPA, idrocarburi policiclici aromatici, si ritrovano naturalmente nel petrolio e nel carbon fossile, e la loro formazione antropica, dovuta all’uomo, si ha causa di combustioni incomplete di combustibili fossili e prodotti organici come i rifiuti urbani.

Anche dalle centrali termoelettriche che producono energia elettrica da cdr (combustibili da rifiuto) nelle quali le misure di contenimento dei fumi e gas di scarico non sono sufficientemente restrittive, possono scaturire forme di inquinamento che vanno a sommarsi alle altre aggravando il problema dell’aria inquinata in ambiente.

Riscaldamento domestico

Secondo lo studio dell’Osservatorio Autopromotec, il riscaldamento domestico arriva ad influire con una pesantezza dalle 6 alle 7 volte più significativa del traffico veicolare, nel periodo invernale, sull’inquinamento atmosferico e in particolare sull’emissione di CO2.

«La promozione delle energie rinnovabili nella lotta ai cambiamenti climatici – che ha incrementato la combustione di biomassa legnosa in ambito domestico, in quanto fonte rinnovabile con emissioni neutre di CO2, si è rivelata una strategia ad impatto negativo sulla qualità dell’aria, in modo particolare soprattutto per quanto riguarda il particolato PM10» (fonte: Arpa Piemonte.)

Serve considerare che da recenti studi universitari emerge che la maggior parte delle abitazioni in Italia, con una percentuale superiore al 50%, è in classe energetica G, la più bassa.

Questo sta a significare che riscaldare una abitazione in inverno, così come raffrescarla d’estate, non solo costa di più, ma è più impegnativo perché avendo forti dispersioni necessita di essere riscaldata, o raffrescata, più a lungo e con costanza (per offrire una condizione di comfort) con un aumento del consumo elettrico, che grava a sua volta sulla produzione di energia.

I sistemi di riscaldamento incriminati, negativi per l’impatto ambientale, sono quelli a biomassa (legna) e biocombustibili solidi, il pellet.

Il forte consumo di pellet, aumentato di 6 volte nell’arco di soli 18 anni (dal 1995 al 2013) ha forse inciso anche nella qualità intrinseca del combustibile economico. La forte domanda ha generato un’altrettanta forte risposta ed immissione di combustibile di provenienza incerta, pellet non certificato, portando in atmosfera forti carichi inquinanti di PM10 e di PM2.5.

Per approfondire: Correlazione tra problema del riscaldamento domestico e PM10 in atmosfera: lo studio di Arpa Piemonte

Inquinamento da industrie

Le industrie sono soggette a severi limiti di emissione di inquinanti gassosi, e negli ultimi anni sono stati compiuti molti passi in avanti nel settore privato.

Sono sempre di più le industrie, specialmente quelle più strutturate, che concorrono non solo nel mercato nazionale ma anche nel mercato estero, ad aderire a normative volontarie in tema ambientale come la OHSAS 18001.

Tuttavia il recente impegno di molte realtà, poi per altro non equamente distribuito nelle diverse nazioni del mondo, non è sufficiente ad invertire una tendenza, quella dell’inquinamento atmosferico da impianti industriali, che dura da decenni.

Tra i principali inquinanti emessi dalle industrie:

  • PM2.5;
  • PM10;
  • NOx;
  • CO2.

Eventi naturali catastrofici

Da quando è nata la Terra si sono liberate in atmosfera tonnellate e tonnellate di sostanze inquinanti, principalmente da eruzioni vulcaniche.

Ozono

L’ozono è generato in parte da un processo naturale e in parte da processi umani.

Nel secondo caso, quando generato da fonte antropica, l’ozono risulta dal mix di ossidi di azoto e idrocarburi reattivi in atmosfera a produrre ozono per mezzo di un processo noto come smog fotochimico (fonte: ISS).

Noto anche per gli effetti nocivi sulla salute umana, quanto presente in concentrazioni troppo alte in ambienti interni (tipico fenomeno da inquinamento indoor derivante dall’uso di stampanti laser, fotocopiatrici ed eventuali depuratori d’aria di vecchia generazione), a livello atmosferico l’ozono crea il problema del gas serra ed è coinvolto nel problema del buco dell’ozono.

I gas serra sono tra i maggiori responsabili del problema del surriscaldamento globale e l’ozono ne è protagonista in gran parte, sorpassato in peso dai CFC (ora eliminati), dal metano (CH4) e dall’anidride carbonica (CO2).

Allevamenti intensivi

L’anidride carbonica, formula chimica CO2, è prodotta dagli esseri viventi, da noi umani stessi, nei processi di respirazione e sembra apparentemente innocua.

E invece innocua non lo è, perché è uno dei grandi protagonisti del surriscaldamento terrestre.

A contribuire fortemente alla crescita di CO2 a livello mondiale ci sono gli allevamenti intensivi. Già, sapevi che la produzione di carne e latticini da animali ha un impatto così significativo da superare quasi quello dell’intero settore del trasporto da veicoli?

Incidenza sul problema inquinamento atmosferico degli allevamenti intensivi

Il peso degli allevamenti intensivi nell’inquinamento outdoor. Credits image: Ispra via GreencPeace

Per approfondire: Quello che ancora non sai nel rapporto tra allevamenti intensivi e inquinamento atmosferico

Secondo quanto osservato dall’Osservatorio di Mauna Loa, alle Hawaii, “che riporta i valori normalizzati sulla Curva di Keeling” (fonte: Focus), si sono recentemente superati i parametri di 410 ppm (parti per milione) di anidride carbonica nell’aria che respiriamo in atmosfera. Mai così alti da 800.000 anni. E’ chiaro che questo superamento di soglia dei 400 ppm deve preoccupare.

A spaventare assieme agli allevamenti intensivi sono anche le colture intensive, con le concimazioni NPK, ed il letame del bestiame, tra le maggiori cause di rilascio di diossido di azoto in atmosfera.

Altre cause di inquinamento

A tutto ciò possiamo aggiungere anche il traffico derivante dai trasporti navali e degli aerei.

A proposito di aerei, sapevi che un altro tipo di inquinamento incombe letteralmente sulle nostre teste? Sto parlando dell’inquinamento nello spazio.

Rischi per l’ambiente e cambiamenti climatici

Sappiamo ormai che i cambiamenti climatici sono in atto. Ci siamo sentiti dire spesso, negli ultimi mesi, da telegiornali, giornali e notizie radio, dell’influenza che l’inquinamento ha avuto e sta avendo con forti ripercussioni negative su tutto il pianeta.

Non si tratta solamente dei rifiuti, delle isole di plastica che galleggiano negli oceani o delle discariche a cielo aperto in alcune delle coste lungo i mari, che si caricano dei tanti rifiuti che il mare vi culla.

Si parla anche di quei cambiamenti climatici, o meglio come definisce anche il direttore della rivista “Montagne 360” Luca Calzolari, più opportunamente crisi climatica (rifacendosi ad un concetto già espresso anche dal giornale “The Guardian”), che tanto dovrebbero preoccuparci.

 

Trovo personalmente un peccato aver trovato in questo contesto una divisione per cui si vedano contrapposti attenti osservatori e sostenitori dei cambiamenti climatici in atto contro negazionisti. Non si tratta qui di schierarsi per una fede o per un colore, a parlare è la scienza e faremmo quindi bene ad alzare la soglia dell’attenzione.

I principali fenomeni di cambiamento climatico in atto che stanno impattando il pianeta, per i quali possiamo e dobbiamo puntare lo sguardo, sono

  • effetto serra;
  • buco dell’ozono;
  • piogge acide.

Tra gli effetti controversi dei cambiamenti climatici in corso si ha l’innalzamento della temperatura media terrestre.

Lo sapevi che oggi l’aumento della temperatura media terrestre è giunto a +1 grado centigrado rispetto alla metà dell’Ottocento?

Il riscaldamento globale è quel fenomeno, conseguenza dell’inquinamento terrestre, che in virtù dell’aumento di temperatura sta provocando dei silenziosi cataclismi come lo scioglimento dei ghiacciai ai poli, con acqua dolce che si mischia con acqua salata. Ne consegue il cambio delle correnti marine che influenza il clima.

Tropicalizzazione del clima significa anche aridizzazione, o desertificazione, con minori piogge e minor lavaggio dell’aria, che mantiene nel tempo una concentrazione più alta degli inquinanti.

Una conseguenza dei cambiamenti climatici è la sparizione della barriera corallina. Con un innalzamento medio di temperatura a +1,5° C la barriera rischia di sparire quasi interamente.

Quando arriva l’acqua, poi fa male, con eventi di massima che superano i limiti storici. Serve riprogettare le strutture pubbliche con i nuovi limiti di soglia, ripensare alle capienze dei canali artificiali, per non incorrere nel peggio e soccombere alle sempre più frequenti bombe d’acqua.

Quanto è pulita l’aria che stai respirando ora?

Concentrazione giornaliera massima di PM10 in Europa. Luglio 2019

Concentrazione giornaliera massima di PM10 in Europa. Luglio 2019. Dati Servizio di Monitoraggio Europeo Copernicus

Quanto è pulita l’aria che stai respirando in questo momento? In che modo l’aria nella tua città è paragonabile a quella di una città o di una regione vicina?

L’inquinamento atmosferico è il più grande rischio per la salute ambientale in Europa.

L’indice europeo di qualità dell’aria dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) consente agli utenti come te e come me di comprendere meglio la qualità dell’aria in cui vivono.

L’EEA raccoglie una serie di informazioni ufficialmente segnalate dai paesi che seguono i requisiti delle direttive UE sulla qualità dell’aria (2004/107 / CE e 2008/50 / CE) e delle disposizioni di attuazione (2011/850 / UE). I seguenti collegamenti forniscono l’accesso ai dati e alle informazioni che accompagnano le misurazioni riportate della qualità dell’aria. (fonte: EEA)

Visualizzando i dati aggiornati per l’intera Europa, puoi ottenere nuove informazioni sulla qualità dell’aria di singoli paesi, regioni e città.

Per approfondire: Scopri quanto è pulita l’aria che stai respirando ora sul sito dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA)

Per approfondire: Ultime misurazioni dalla rete europea di monitoraggio della qualità dell’aria su sito EEA

Per approfondire: Mappa interattiva delle fasce di qualità dell’aria per paese

Per approfondire: Informazioni sulla qualità dell’aria in Europa segnalate dai paesi membri dell’AEA, inclusi tutti gli Stati membri dell’UE, nonché dai paesi che hanno collaborato e altri paesi segnalanti.

Focus: l’inquinamento atmosferico in pianura padana

Inquinamento pianura padana

La pianura padana è una delle zone più inquinate di tutta Europa, e probabilmente al mondo.

Perché? Per diversi motivi:

  • la particolare geomorfologia della pianura, avvallata e chiusa a nord dall’arco alpino e a sud baciata dall’Appennino, non ha ricambio d’aria e non riesce a disperdere le emissioni;
  • è una delle zone più industrializzate, popolate e trafficate d’Europa.

Quali sono le sostanze maggiormente presenti nell’inquinamento atmosferico della zona padana?

  • particolato sottile PM2.5 e PM10;
  • biossido di azoto (NO2);
  • ozono

 

Leggi anche: Monitora lo stato dell’inquinamento della Pianura Padana con i dati del satellite Copernicus Sentinel

Dalla recente analisi dei dati, la situazione sembra essere in miglioramento con una diminuzione delle emissioni e dei picchi di inquinamento.

Tuttavia, proprio per le condizioni geologiche delle regioni del Nord Italia, risulta difficile rientrare al di sotto delle soglie imposte dall’Oms, ad esempio di 10 microgrammi/m3 per il PM2.5 come media annuale, realizzate per tutelare la salute degli umani.

Lo sapevi che la normativa tecnica europea, adottata anche dall’Italia, pone dei valori limite di riferimento diversi rispetto a quelli dell’Oms? Ad esempio per il PM2.5 fissa un livello di 25 microgrammi/m3 come media annuale, che agli occhi degli scienziati e medici risulta più un compromesso che non un vero valore di soglia per la tutela della salute.

Se tutto ciò ti può spaventare, ti anticipo di non preoccuparti. Più sotto, nei prossimi paragrafi, ti metto a conoscenza di alcuni significativi rimedi.

Lascia che ti dica una cosa. L’inquinamento atmosferico è pericoloso sia per la natura e gli animali, sia per l’uomo.

C’è però una differenza.

Mentre la natura ha dimostrato di essere più predisposta di noi ai cambiamenti, vedi anche quanto successo nei pressi di Chernobyl in seguito all’incidente nucleare, dove la vita degli animali esposti ad altissime concentrazioni di radiazioni si è evoluta e adattata, e ora sta riaffiorando. Per noi umani non è la stessa cosa.

L’alto tasso di inquinamento esterno a cui siamo siamo sottoposti in particolari zone del nostro paese può creare a te, alla tua famiglia, ai tuoi conoscenti, a lungo termine un significativo impatto sulla qualità di vita.

Devi sapere che la tua battaglia con l’inquinamento outdoor la combatti principalmente in casa e negli ambienti dove lavori, specialmente in quei luoghi come l’ufficio dove resti per ore. E’ questo, il tema della tutela del comfort e benessere negli ambienti abitativi e domestici, un cruccio che mi sta particolarmente a cuore.

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Inquinamento atmosferico e pericoli per la salute dell’uomo

Tra gli effetti principali dell’inquinamento atmosferico sulla salute umana c’è il problema delle morti premature.

Secondo stime recenti, le alte concentrazioni di PM2.5 abbiano impattato significativamente sulla morte di circa 420.000 morti in 41 paesi europei.

Il PM2.5 è stato classificato altamente pericoloso per l’uomo dallo Iarc, perché cancerogeno.

Non solo particolato sottile, ma anche biossido di azoto.

Il diossido di azoto è seriamente pericoloso per l’uomo. NO2, prodotto sia dal traffico veicolare che dalla combustione dei fornelli all’interno degli edifici, oltre che essere presente nei processi di allevamento e colture intensive, provoca irritazioni alle mucose degli occhi, danni alle vie respiratorie e alla funzionalità polmonare quali bronchiti croniche, asma ed enfisema polmonare (fonte: ISS).

«L’esposizione ripetuta nel tempo a questi materiali sospesi nell’aria può portare a disturbi respiratori, effetti tossici, problemi della funzione polmonare, malattie infettive, infiammazioni croniche respiratorie e asma», secondo quanto affermato dal membro del Comitato scientifico di Isde Italia Carlo Modonesi (fonte: GreenPeace).

Problemi alla salute da inquinamento atmosferico

E’ ormai ampiamente riconosciuto dalla comunità scientifica come le sostanze nocive presenti in atmosfera influenzino gli  respiratorio e cardiovascolare, arrivando anche a concausare il cancro al polmone in presenza di soglie molto alte.

Approfondimento: Inquinamento atmosferico e tasso di mortalità: l’indagine de Le Scienze

Secondo quanto affermato dalla prestigiosa rivista scientifica Health, l’inquinamento atmosferico avrà sempre un più grosso impatto sulla salute umana in futuro.

Vedi anche: Wired: i danni al corpo umano provocati dall’inquinamento atmosferico

Inquinamento atmosferico in casa: come difendersi

Se ti stai chiedendo come combattere l’inquinamento atmosferico in casa, continua a leggere questo paragrafo.

Potresti pensare che tutto sommato il problema dell’inquinamento atmosferico, che “se ne sta al di fuori”, possa non riguardarti così da vicino se trascorri il giorno al chiuso invece che all’aperto.

Se pensi questo, spero che quello che ti sto dicendo possa aiutarti a ricrederti.

L’inquinamento atmosferico lo subisci quando sei in auto, quando sei a lavoro e anche in casa. Come, anche in casa?

Come proteggersi dall'inquinamento atmosferico in casa

Non è affatto strano rilevare in casa una concentrazione significativa di particolato PM2.5 e PM10, il quale può derivare dall’apertura delle finestre, dai passaggi di ricambio d’aria che crei quando spalanchi le porte per fare aria corrente, e anche da fessure.

Mentre all’esterno l’aria si disperde (eccezion fatta per la zona della Pianura Padana, dove la capacità di dispersione degli inquinanti è inferiore ad altre aree italiane ed europee), all’interno dell’abitazione può rimanere concentrata.

Per approfondire: Conosci la sindrome da edificio malato? Scopri cosa rende la tua casa insalubre

Secondo recenti ricerche, l’aria in casa è dalle 5 alle 7 volte più inquinata di quella atmosferica.

Prova a pensare se al problema del già gravoso inquinamento dell’aria indoor (particolarmente alto in case di alta classe energetica senza impianto vmc, appesantito da cause come materiali edili di scarsa qualità, alto livello di COV e formaldeide, solo per citarne alcuni) si aggiunge anche il problema dell’inquinamento outdoor: cosa respiri dentro casa?

Come misurare l’inquinamento atmosferico in casa

Quando decidi che vuoi capire come difenderti dall’inquinamento atmosferico per proteggere la tua salute e quella dei tuoi cari, devi prendere coscienza di quale sia l’effettivo livello degli inquinanti nei luoghi dove stazioni più a lungo, ovvero casa e ufficio.

In poche parole: devi poter misurare l’inquinamento atmosferico.

E’ vero che puoi conoscere quando è più pericoloso o meno pericoloso esporsi alle concentrazioni di particolato osservando il bollettino dell’aria sito dell’ARPA regionale. E’ anche vero che puoi supporre che in lunghi periodi siccitosi la soglia di concentrazione di inquinamento atmosferico sia più alta, specialmente in zone ad alto traffico veicolare e in città.

Ma non puoi sapere quanto del carico di inquinante atmosferico esterno ti giunge in casa, o in ufficio.

Un misuratore di qualità dell’aria indoor di ultima generazione può aiutarti a rilevare anche parte delle sostanze aerodisperse che provengono dall’esterno, quali PM2.5 e PM10.

Ho scritto un articolo che ti può aiutare a scegliere il miglior sensore di rilevazione di inquinanti indoor, che dici di darci una letta? Ho provato personalmente alcuni dispositivi per te.

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Come ridurre l’inquinamento atmosferico in casa

Una volta che sai quanto dell’inquinamento che proviene dall’esterno, particolato PM2.5, PM10 e smog, ti gira in casa, puoi decidere come combatterlo e ridurlo.

I rimedi basilari vanno dall’adozione di piante che assorbono gli inquinanti indoor, all’apertura delle finestre (non efficace e poco salutare se vivi in città o lungo una strada trafficata o vicino ad un interporti), all’inserimento di un purificatore d’aria.

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Particolare menzione va prestata al sistema di ricambio d’aria forzato vmc.

Il sistema di ventilazione meccanica controllata ti consente di ricambiare l’aria di casa, filtrando l’aria in ingresso, facendo entrare solo aria pulita. Aiuta inoltre anche nello smaltimento dell’aria satura e insalubre di casa quando carica di anidride carbonica, vapore acqueo e composti organici volatili (VOC).

Leggi anche: Gestire il ricambio d’aria forzato con la vmc puntuale in case già abitate

Casa nuova o in ristrutturazione? Non puoi non pensare ad un sistema vmc

Come ridurre l’inquinamento atmosferico outdoor: rimedi

Come ridurre l'inquinamento atmosferico

Alcune soluzioni per contrastare la crescita dell’inquinamento atmosferico sono la circolazione a targhe alterne, il blocco del traffico, la spinta alla produzione di energia elettrica pulita green con idroelettrico, biomassa e fotovoltaico.

Scelte quotidiane possono contribuire alla riduzione dell’inquinamento atmosferico di tipo antropico, tra le più significative:

  • preferire i movimenti su mezzi pubblici a quelli su mezzi privati;
  • spegnere il motore dei veicoli durante le soste prolungate (es. ai passaggi a livello);
  • ridurre le ore di funzionamento degli impianti di riscaldamento domestico e colmare il gap di temperatura vestendosi di più o disattivando il sistema in assenza di persone;
  • preferire sistemi di riscaldamento moderni a basso impatto ambientale quando presenti in alternativa a fonti di riscaldamento a biomassa, in particolare a legna o pellet;
  • se si brucia legna in casa, bruciare solo legna secca evitando che brucino assieme altri materiali;
  • spegnere le luci dalle stanze quando non utilizzate.

Anche tu puoi impegnarti nel tuo piccolo a salvaguardare l’ambiente e l’aria che respiri con piccole azioni come quelle descritte.

E’ necessaria inoltre una spinta verso la costruzioni di edifici ad alta resa energetica e incentivare l’auto-produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e pulite, come fotovoltaico ed il solare termico per l’acqua calda sanitaria.

Tutte queste aziono sono utili ai fini del contenimento e della riduzione dell’inquinamento atmosferico.

Che dire sul problema dei cambiamenti climatici?

Come esposto nelle righe precedenti, i due fattori – inquinamento atmosferico e cambiamenti climatici – sono legati e influenzati reciprocamente.

Per cercare di invertire il senso di marca del cambiamento climatico è necessario contenere l’innalzamento della temperatura media terrestre entro il grado e mezzo, evitando il raggiungimento di +2°C che sarebbe disastroso in quanto posto dalla comunità scientifica come punto di non ritorno.

Cosa fare quindi per ridurre l’inquinamento outdoor?

Serve puntare sostanzialmente, a livello macroscopico, su due priorità:

  • ridurre le emissioni di gas serra;
  • contenere le emissioni di CO2.

Puntare sulle energie rinnovabili, incentivare la costruzione di nuove abitazioni ad alta efficienza che e prediligere la mobilità sostenibile sono tra le azioni più significative che siamo chiamati ad attuare ora, in questi anni.

In conclusione

Concludo quindi con questi auspici:

  • per la comunità mondiale, una possibile soluzione è quella di attivare tutte le risorse politiche, sociali ed economiche per sensibilizzare le grandi industrie e multinazionali sull’importanza di produrre sempre con un occhio rivolto all’ambiente, e investire le grandi risorse pubbliche degli stati con attenzione sempre rivolta al contenimento degli impatti ambientali;
  • per la comunità nazionale, a livello regionale, il mio auspicio per le autorità è quella di perseverare sugli investimenti nella rete di monitoraggio, efficace ed efficiente, al fine di monitorare costantemente tassi di inquinamento locali e informare tempestivamente le popolazioni locali su eventuali picchi di inquinamento atmosferico e particolato;
  • per la comunità locale, il mio anelito nei loro confronti è quello di prendere coraggiosi provvedimenti circa la gestione del traffico veicolare, con la circolazione a targhe alterne ed il blocco del traffico, quando necessario;
  • per il singolo individuo, come te che mi stai leggendo ora, il mio auspicio non può che essere quello di tenerti informato andando alla ricerca di fonti autorevoli e validati da dati e statistiche, e di non chiudere occhi e tappare orecchie di fronte a quello che è un fenomeno che se non gestito bene, fra una cinquantina d’anni potrà dare grossi problemi alla salute e allo stile di vita di nostri figli e nipoti. Ti raccomando di fare la tua parte attiva anche e soprattutto in casa, nel monitorare e misurare le soglie di inquinamento indoor con un semplice strumento sensore, e nel tenere purificata l’aria con un purificatore o ancor meglio con un impianto di ventilazione meccanica controllata con buoni filtri.

E ora sentiamo te, qual è il tuo pensiero circa l’inquinamento atmosferico? Cosa stai facendo o prevederai di fare per far fronte a questo problema e tutelare la tua salubrità e quella dei tuoi cari da un’aria sempre più inquinata?

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